Premio Antonino d'oro 2015 a Madre ANNA MARIA CÀNOPI
I Canonici del Capitolo della Basilica di Sant'Antonino martire, sono lieti di annunciare che
hanno deciso di assegnare il premio "Antonino d'oro 2015" a Madre ANNA MARIA CANOPI,
Abbadessa e fondatrice dell'Abbazia "Mater Ecclesiae" sull'Isola di San Giulio (Novara).
Madre Anna Maria Cànopi, nasce il 24 aprile 1931 a Pecorara, in provincia di Piacenza. I primi sei
anni della sua infanzia li trascorre in questo piccolo paese della provincia piacentina, che Madre
Cànopi così ricorda: «Di quel mondo è rimasta nella mia memoria un'impressione indelebile di
pace, di semplicità, di silenzio; era una bellezza che si svelava sempre come un miracolo nelle
varie stagioni, destando il cuore allo stupore e alla gioia, ai piedi di un'altura; attorno c'era un
prato che a primavera si riempiva di margheritine: una festa per i miei occhi pieni di meraviglia».
Poi, la famiglia emigra verso le colline e le valli dell'Oltrepò, stabilendosi a Montaldo Pavese.
Compie gli studi superiori a Pavia. Dopo il conseguimento della laurea in Lettere all'Università
Cattolica di Milano e un periodo di lavoro come insegnante e come assistente sociale presso un
centro di tutela per i minori, nell'anno 1960 entra nell'Abbazia benedettina di Viboldone (MI).
Qui, nel dopo Concilio, ha collaborato alla revisione dei testi liturgici e alla traduzione della
prima edizione della Bibbia CEI.
Nel 1973, dietro richiesta dell'allora Vescovo di Novara, Mons. Aldo Del Monte, insieme con
altre cinque monache, dà inizio alla vita benedettina sull'Isola San Giulio (Lago d'Orto), allora
quasi disabitata.
Fin dall'inizio, il monastero - secondo la spiritualità benedettina - sí è aperto all'ospitalità
per la preghiera: nel corso degli anni è sempre andato aumentando il numero delle persone - di
ogni età ed estrazione sociale - che chiedono di essere accolte per partecipare alla preghiera
liturgica della comunità, all'ascolto della Parola di Dio e spesso anche per trovare una guida
spirituale e un conforto alle loro pene.
Dal silenzio del chiostro, la Madre ha svolto un fecondo ministero spirituale, sia con l'assiduo
servizio di "lectio divina" per la comunità monastica e per gli ospiti, sia con le sue numerose
pubblicazioni.
Nel 1993 ha steso il testo della Via Crucis presieduta dal S. Padre al Colosseo: era la prima
volta che ciò veniva chiesto ad una donna.
Pur molto restia ad uscire dal monastero, nel 1995, invitata dalla CEI, ha dato una
testimonianza ai giovani dell'Europa convenuti a Loreto; nello stesso anno è stata chiamata a
dar voce al monachesimo nel il Convegno ecclesiale di Palermo con una testimonianza sul tema:
"Vangelo della carità attuato nella vita monastica".
Un'altra eccezionale uscita è stata quella dello scorso anno, quando su invito del vescovo di
Novara, Mons. Franco Giulio Brambilla, ha svolto una lectio divina all'interno del Progetto Passio
2014, sul tema: Gesù all'ultima Cena: il dilemma del potere tra chi sta a tavola e chi serve.
Dal suo silenzio claustrale ha fatto pervenire numerosi messaggi ai religiosi, alle comunità
ecclesiali, alle famiglie, ai giovani... Collabora ancora a varie riviste di spiritualità. I suoi libri
sono pubblicati presso numerose Case Editrici. Inoltre, molti quaderni di spiritualità vengono
pubblicati "pro manuscripto" presso la piccola stamperia del monastero.
Benedetta dal Signore, la piccola comunità fondata sull'Isola San Giulio ha raggiunto in breve
tempo un sorprendente sviluppo. Questo ha spinto la Madre a dare il suo assenso ad alcune
richieste dei vescovi per l'apertura di nuovi priorati nelle loro Diocesi. Così nel 2002 è nato il
Priorato «Regina Pacis» a Saint-Oyen (Valle d'Aosta) e nel 2009 quello della «SS. Annunziata» a
Possano (Cuneo), già monastero cistercense. Inoltre, in spirito di fraternità, sono state inviate
alcune monache in aiuto ai monasteri di «Sant'Antonio» a Ferrara e di «San Raimondo» a Piacenza.
Il conferimento del premio vuole essere un segno di stima e di gratitudine nei confronti di
una donna di origine piacentina, che con gioia ha saputo accogliere il dono della vocazione
monastica e che, ancora oggi, lo vive con singolare passione, intelligenza, fedeltà e umiltà. Nel
corso degli anni è diventata "madre spirituale" di tantissime persone, da lei guidate attraverso
le sue numerose pubblicazioni di carattere biblico e patristico, il servizio della predicazione
della Parola di Dio e l'accompagnamento personale. La sua testimonianza di vita è
particolarmente preziosa perché capace di mostrare il cuore e la bellezza della missione
monastica: stare alla presenza di Dio per il bene di tutti, attingendo da Lui la grazia che rende
capaci di amare l'altro fino a dare la propria vita. Dalle parole e dal volto di Madre Cànopi
emerge chiaramente come la ricerca di Dio, quando vissuta autenticamente, è sempre
sorgente di libertà e di bellezza. Inoltre, che è possibile gustare il silenzio senza temerlo, se
inteso come spazio abitato dalla presenza buona di Dio. Per noi che viviamo immersi nella
cultura dell'inflazione della parola e del primato dell'apparire sull'essere, la sua vita può
essere intesa come un tenero ma fermo richiamo a riconoscete che "nel silenzio è insito un
meraviglioso potere di osservazione, di chiarificazione, di concentrazione sulle cose essenziali
della vita" (D.Bonhoeffer).
Pur conoscendo la riservatezza di Madre Cànopi e la sua totale estraneità a ogni forma di
protagonismo personale, abbiamo ritenuto opportuno attribuirle questo prestigioso
riconoscimento per esprimere stima e gratitudine nei confronti della sua persona, ma anche
per richiamare l'attenzione dei piacentini alla presenza nella nostra città di numerose
congregazioni religiose, tra le quali due comunità femminili di vita claustrale, come una bella
risorsa a disposizione di tutti, credenti e non credenti.
Il conferimento del premio avviene nell'anno dedicato da papa Francesco alla vita
consacrata. E' un segno quindi orientato a esprimere anche una sincera e dovuta gratitudine a
tante religiose e religiosi piacentini e provenienti da altri luoghi che, nulla anteponendo
all'amore di Cristo, hanno contribuito e continuano a collaborare fattivamente, in modi
differenti ma complementari, alla realizzazione del bene comune di coloro che vivono sul
nostro territorio.
Il premio "Antonino d'oro", giunto alla 29^ edizione, viene annualmente sponsorizzato e
patrocinato dalla Famiglia Piasinteina. Verrà consegnato personalmente dal vescovo Gianni
Ambrosio sabato 4 luglio p.v. nella Basilica Sant'Antonino a conclusione della solenne
celebrazione eucaristica delle ore 11.00.